
.gbc= Game Boy Camera
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Per i nati a cavallo degli anni ’90 sarà difficile ricordarla, ma i fratelli maggiori la conosceranno bene: rilasciata nel 1998, la Game Boy Camera è una fotocamera monocromatica a 2 bit che racchiude un sensore da 128 × 112 pixel. Al momento della sua introduzione, era la fotocamera digitale più piccola del mondo.
Vintage di tendenza
La sua produzione è cessata nel 2002, per scarsa richiesta, rendendola così un oggetto di culto oggi quasi introvabile.
Gran parte della sua fascinazione sta nella resa pixelata delle foto che riesce a scattare, stampabili in seguito con un altro accessorio molto kawaii (carino) firmato Nintendo: la Game Boy Printer (minuscola stampante che utilizzando la stessa carta termica degli scontrini non necessita inchiostro).

Sperimentazioni
Pensata inizialmente per essere utilizzata come aggiunta per alcuni mini-giochi o per semplice svago, non tardò a conquistare il cuore di molti.
Soprattutto dopo l’affermazione del digitale, si è fatta strada per il suo aspetto vintage (stessa sorte toccata ai vinili) e l’effetto Lo-Fi e nostalgico che in ogni foto traspare. La minor definizione cattura infatti la vera essenza del soggetto dietro la lente, donando un alone davvero “magico” anche alla foto più banale.

L’astrofotografo Alexander Pietrow ha recentemente fatto la storia della fotografia in una maniera inusuale, diventando la prima persona ad aver fotografato la Luna e Giove con una G.B.C. posizionata su di un telescopio.


In seguito il designer Bastian Ekeler ha portato il tutto alla quintessenza, migliorando la tecnica e inventando un metodo decisamente più sofisticato, stampando in 3D un adattatore apposito per zoomare telescopicamente la camera!
Inutile dire che il risultato ottenuto è ugualmente interessante, ma più godibile!

Esempi di fotografia in .gbc
Tra i fortunati possessori di questa introvabile tecnologia, c’è chi documenta la realtà in maniera interessante creando progetti particolari, capaci di dare lustro a uno strumento di per sé poco potente.
Non bisogna credere infatti che basti scattare una foto con la GameBoy Camera per ottenere immediatamente risultati interessanti: al pari delle sorelle che scattano in HD, anche dietro a questa lente ci vuole talento per ottenere bellezza. Forse ancor di più: ottenere uno scatto decente in .gbc significa considerare un sapiente gioco di equilibri tra saturazione e luminosità. Che, è assicurato, son complicate da gestire con una tavolozza di 4 colori!
Un report fotografico che spicca anche per la sua valenza documentaria è “New York City photographed with the Game Boy Camera in 2000” di David Friedman.
Friedman con questa passeggiata fotografica, riesce in pochi pixel di risoluzione a catturare l’atmosfefra della Grande Mela dei primi 2000, con i suoi grattacieli pià importanti e la metropolitana.


Navigando nell’Internet spunta roku.gbc, il cui username richiama da subito l’estensione di file di cui si occupa.
Foto di viaggi e concerti la fanno da padrone, assieme ad autoscatti volutamente mossi e pretenziosi, tutti elementi cardine del moodboard indie degli ultimi 5 anni.
Un esempio di come questa tecnologia antiquata possa in realtà fare da colonna sonora di un decennio a cui non appartiene.

Quest’estetica, al pari forse solo della grande rimonta che le Polaroid ebbero qualche anno fa, sta influenzando anche la fotografia digitale e in HD.
Alcuni fotografi infatti, in post-produzione lavorano per ottenere lo stesso effetto bruciato e evanescente.
Lo-Fi Memories
Un progetto interessante è “Lo-Fi Memories” libro realizzato da Steven Boyar.
Una raccolta di scatti “dimenticati” sulle cartucce di Game Boy venduti, smarriti e impolverati. Quale sinfonia di amarcord!
L’idea è sorta casualmente quando, acquistando diverse fotocamere online per sopperire al limite di 30 foto massime supportato, Boyar si rese conto che molti dei precedenti proprietari non avevano cancellato il materiale prodotto.


Interessante esperimento soprattutto per spiare da vicino i diversi utilizzi fatti della G.B.C., foto mai pensate per essere pubblicate.

David Friedman
Il fotografo David Friedman è tornato alle origini della fotografia a colori (e della sua teoria) per fare l’impossibile: ottenere foto a colori dalla Game Boy Camera. Per farlo si serve appunto degli studi scientifici e pittorici compiuti su colori primari, complementari e sulla ruota dei colori.
“Quando uscì la Game Boy Camera, stavo già scattando in modo professionale utilizzando fotocamere digitali di fascia alta” ma, continua David ”non ero davvero contento della qualità dell’immagine di molte di loro”.
Osservando le immagini sul suo monitor, Friedman scoprì che sebbene lo schermo economico del Game Boy mostrasse le immagini con una tinta verdastra distintiva (e poco attraente), con la possibilità di spostarle su un computer, trovò un’alternativa retrò alle sgranate fotocamere digitali di consumo disponibili al momento.

Teoria dei colori
Friedman si rese conto che il software di elaborazione delle immagini gli avrebbe permesso di emulare la qualità delle macchine professionali. E di produrre immagini a colori. Ogni immagine a colori infatti può essere suddivisa in tre immagini in bianco e nero separate che rappresentano le quantità di rosso, verde e blu utilizzate per comporre quell’immagine, come in questo esempio:

Ogni colore visibile e ogni immagine a colori di conseguenza, è quindi composta di tre foto in bianco e nero, ognuna con i valori del blu, del rosso e del verde.
Friedman si rende quindi conto che “Se è possibile creare un’immagine a colori da tre immagini in bianco e nero, potrei usare la fotocamera del Game Boy per scattare tre immagini in bianco e nero separate (utilizzando i filtri per catturare i valori di rosso, verde e blu di una scena) e quindi utilizzare il computer per combinarli in un’unica immagine RGB”.



Link utili:
First photography of the Moon_
https://petapixel.com/2017/07/05/guy-photographed-moon-jupiter-game-boy-camera/
Bastian Ekeler_
https://www.theverge.com/2018/6/4/17425242/telephoto-lens-game-boy-camera
Lo-Fi Memories_
http://lo-fimemories.com/Merch